Quando attraversiamo il corridoio dei condimenti alla ricerca della nostra senape preferita, spesso veniamo attratti dalle etichette colorate che promettono sconti allettanti. Dietro queste offerte può celarsi però una strategia commerciale sempre più diffusa: la shrinkflation, nota anche come riduzione delle confezioni, che crea l’illusione di un risparmio che, calcoli alla mano, spesso non esiste. Diverse analisi di mercato condotte in Europa e Nord America negli ultimi anni hanno documentato questo fenomeno che riguarda non solo la senape, ma molti prodotti alimentari.
La strategia invisibile dietro le offerte di senape
Nel settore dei condimenti, la senape rappresenta un caso emblematico di come le aziende alimentari possano influenzare la percezione del consumatore attraverso la riduzione della quantità mantenendo o solo lievemente riducendo il prezzo finale del prodotto. Durante i periodi promozionali, non è infrequente trovare confezioni di senape pubblicizzate con sconti del 20% o 30%, ma queste offerte coincidono spesso con una riduzione del contenuto netto.
Studi di settore confermano che questa pratica, pur essendo legale, si basa sul fatto che molti consumatori si concentrano maggiormente sul prezzo totale che sulla quantità acquistata e sul prezzo unitario. Secondo un rapporto della European Consumer Organisation del 2022, il costo per grammo può rimanere invariato o addirittura aumentare rispetto al prodotto standard.
Come riconoscere le false promozioni: i segnali da non ignorare
Identificare queste strategie commerciali richiede attenzione a dettagli specifici. Durante la spesa, è fondamentale sviluppare l’abitudine di verificare sempre il peso netto indicato sulla confezione, specialmente quando ci troviamo di fronte a prodotti in promozione. La riduzione della dimensione della confezione è sufficientemente piccola da non essere immediatamente evidente, rendendo questa verifica ancora più importante.
I primi indizi che dovrebbero insospettirci includono confezioni dall’aspetto insolito o con forme diverse, che possono segnalare una variazione nella quantità netta. Le etichette promozionali eccessivamente vistose spesso correlano con cambiamenti nel contenuto effettivo, mentre prezzi apparentemente troppo convenienti possono nascondere modifiche nei pesi. Particolare attenzione va prestata all’assenza del prezzo per chilogrammo: la legge italiana prevede l’obbligo di indicare il prezzo per unità di misura sui prodotti preconfezionati, e omettere questa informazione durante le offerte costituisce violazione delle norme sulla trasparenza per il consumatore.
Il calcolo che può salvarvi il portafoglio
La matematica non mente mai, e nel caso della senape diventa il nostro migliore alleato per smascherare le false promozioni. Calcolare il prezzo per grammo o per chilogrammo è il metodo più affidabile per verificare la convenienza reale, una metodologia raccomandata anche dall’Unione Nazionale Consumatori e dalla European Food Information Council.
Prendiamo un esempio pratico: se una confezione standard di senape da 200 grammi costa 2,40 euro, equivale a 12 euro al chilogrammo. Una versione in promozione da 150 grammi a 2,10 euro corrisponde invece a 14 euro al chilogrammo, risultando effettivamente più cara del 16% rispetto alla standard. Questo dimostra quanto sia essenziale andare oltre l’apparenza delle offerte.
Strumenti pratici per il consumatore consapevole
La normativa vigente rende obbligatoria per i supermercati italiani l’indicazione del prezzo al chilogrammo sui cartellini degli scaffali. Tuttavia, questa informazione è talvolta poco visibile o presentata in caratteri piccoli. Per facilitare il confronto, esistono applicazioni per smartphone dedicate alla spesa intelligente che consentono di calcolare e confrontare agevolmente il costo effettivo a parità di peso, rendendo ogni consumatore un esperto di convenienza reale.
L’impatto psicologico delle confezioni ridotte
Il fenomeno della shrinkflation sfrutta meccanismi psicologici ben documentati dalla ricerca scientifica. Le persone tendono a mantenere la percezione di valore basandosi sull’aspetto generale della confezione e sulle abitudini visive, risultando meno sensibili a variazioni di peso o volume se non chiaramente segnalate. Ricercatori dell’INSEAD hanno pubblicato lavori che documentano questa tendenza nei consumatori a sottostimare la riduzione di quantità quando il formato e il packaging restano simili.
Nel caso specifico della senape, la consistenza viscosa del prodotto e l’abitudine d’uso possono rendere tale percezione ancora più difficile. Il consumatore, abituato a una certa forma e dimensione del prodotto, tende a non notare piccole variazioni nella quantità , soprattutto quando è distratto da elementi promozionali accattivanti che catturano l’attenzione su aspetti diversi dal peso effettivo.
Le conseguenze a lungo termine per il mercato
Quando la shrinkflation diventa sistematica, si rischia una distorsione della concorrenza a svantaggio di produttori che mantengono trasparenza e quantità standard. I marchi che mantengono quantità standard e prezzi trasparenti si trovano svantaggiati rispetto a chi utilizza queste strategie di marketing, come evidenziato in uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Policy nel 2022.
La responsabilità del consumatore attraverso scelte consapevoli e attenzione alla trasparenza nelle etichette viene ritenuta cruciale anche da associazioni di tutela come Federconsumatori. Solo una domanda informata può premiare le pratiche commerciali corrette e inviare un messaggio chiaro al mercato, incentivando comportamenti più trasparenti da parte delle aziende alimentari.
La prossima volta che acquisterete senape, ricordatevi che il vero risparmio si misura con la calcolatrice, non con l’impatto visivo delle etichette promozionali. Acquistare informati, utilizzando il prezzo unitario più che l’impatto visivo delle etichette, rimane la difesa più efficace contro le strategie di marketing alimentare che puntano sulla percezione piuttosto che sul valore reale.
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