In sintesi
- 🎬 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
- 📺 Rai 3, ore 21:25
- 🕵️♂️ Un thriller politico e psicologico diretto da Elio Petri, con Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, che racconta la parabola di un funzionario di Stato corrotto dal potere, simbolo universale della corruzione istituzionale, con colonna sonora di Ennio Morricone. Un capolavoro del cinema italiano che riflette sulle derive del potere e resta attualissimo.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Oscar al Miglior Film Straniero, regia Elio Petri, colonna sonora di Ennio Morricone, Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan: la combinazione perfetta per una prima serata su Rai 3 da veri cinefili. Sabato 13 settembre 2025, alle 21:25, Iris e Rai 3 celebrano il Maestro della musica da film con la rassegna «Morricone – Cinema da ascoltare» e ci regalano un’opera che a distanza di oltre cinquant’anni resta attualissima, disturbante, pungente. Ma perché, dopo tutto questo tempo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è ancora un cult imprescindibile?
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: il trionfo del cinema politico e dei suoi protagonisti
Torniamo al 1970: Elio Petri e Ugo Pirro mettono in scena una sceneggiatura originale che anticipa in modo visionario temi di inquietante attualità. Il “dottore”, interpretato da un magnetico Gian Maria Volonté – qui al suo apice espressivo – è il prototipo del funzionario di Stato corrotto dal potere. Una parabola nerissima sulla sicurezza (fasulla) delle istituzioni, la verticalità delle gerarchie e la tentazione dell’impunità.
Nel giorno della promozione, il protagonista uccide l’amante (magnifica Florinda Bolkan) e, invece di coprire le tracce, le dissemina così platealmente da sbeffeggiare colleghi, superiori e, in definitiva, l’intero apparato. Come a dirci che il sistema, ingessato e cieco, è complice dei suoi abusi.
Il film non è tratto da una storia vera, ma l’urgenza con cui riflette sulle derive della società italiana post-sessantotto, sugli scandali e sugli abusi di potere di quegli anni, lo rende più cronaca che fiction. Elio Petri costruisce un thriller psicologico con la precisione di un orologiaio: ogni dettaglio, dal nome del protagonista che non viene mai pronunciato (è solo “il dottore”), ai costumi e alle scenografie volutamente “fuori dal tempo e dallo spazio”, concorrono a rendere il film una metafora universale sulla corruzione istituzionale.
Elio Petri, Gian Maria Volonté, Ennio Morricone: un trittico irripetibile nel cinema italiano
Fermiamoci un attimo proprio sui protagonisti: Gian Maria Volonté è artefice di un’interpretazione ambigua, torva, viscerale. Ha la follia del villain shakespeariano ma si muove con la spavalderia insopportabile di chi si sente invulnerabile. Accanto a lui, Florinda Bolkan porta sullo schermo una figura femminile forte, complessa, simbolo della nuova donna degli anni Settanta.
E poi, Ennio Morricone. C’è il suo genio dietro le musiche disturbanti e sperimentali che spingono la tensione a livelli altissimi: fischi, percussioni, temi ossessivi. Una colonna sonora che scrolla di dosso la retorica e accompagna la discesa negli abissi morali di un’Italia (e di una società) abbagliata dalle divise e abituata a chinare la testa.
Elio Petri perfeziona con questo film la sua poetica “nera” sui mali del potere: dopo L’assassino e A ciascuno il suo, qui mette a segno un film che è insieme giallo, pamphlet politico e dramma psicologico.
Un breve vademecum nerd:
- Il protagonista non viene mai chiamato per nome: l’anonimato lo fa simbolo di tutti i potenti “al di sopra di ogni sospetto”.
- Alcuni dettagli – come i costumi e l’ambientazione volutamente stranianti – sottraggono il film al tempo e lo rendono sempre attuale.
Impatto culturale di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: lascito e attualità
Il successo all’epoca fu immenso: Premio Oscar, Gran Prix della Giuria a Cannes, critiche entusiaste in Italia e nel mondo. Ma la vera grandezza la si coglie nel lascito: Indagine su un cittadino… ancora oggi è materia di studio in scuole di cinema e università, un modello per chi vuole raccontare la società attraverso il noir e il thriller psicologico. L’Italia degli anni Settanta, con le sue ombre e i suoi fantasmi, vive nei dialoghi secchi di Ugo Pirro e nelle immagini claustrofobiche di Elio Petri. Persino la censura ci mise del suo, tentando invano di insabbiare la forza incendiaria della denuncia di Petri.
La generazione dei nuovi registi italiani e internazionali – da Paolo Sorrentino a Thomas Vinterberg – deve moltissimo a questa storia che ancora ci mette davanti allo specchio: l’istituzione controlla sé stessa? E chi controlla l’istituzione? La risposta, allora come oggi, è lasciata sospesa nell’inquietudine della scena finale. Una tensione che – colonna sonora di Morricone in sottofondo – non si scioglie mai nel film, e neppure nella nostra società.
Questa sera in TV, dunque, non c’è solo un film: su Rai 3 va in scena una pagina fondamentale della nostra cultura visiva, un viaggio che fa tremare le sicurezze tanto quanto le coscienze. Altro che “vecchio cinema italiano”: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto resta una spina scoperta, un capolavoro assoluto per chi ama il grande cinema che non ha paura di guardare in faccia il potere e sorridergli in faccia, beffardo, proprio come faceva Volonté davanti alla macchina da presa.
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